Il problema è che non sembra proprio una r quella cosa in mezzo: si allunga sotto la linea della scrittura, come le s lunghe segnate altrove... un bel mistero!
Una trascrizione, anche a macchia d'olio, del documento secondo me potrebbe sciogliere il mistero.
Perchè da una rapida occhiata il segno di quel grafema c'è in varie parole del documento, parole che però essendo decontestualizzate, a causa della difficile grafia, è difficile trascrivere isolandone i singoli grafemi.
Ad ogni modo per me quel segno in basso indica la presenza di una lettera tipo Y, P, F o forse Q. Magari sbaglio ma è l'impressione che ho.
Io leggo Sovinardi. Mi è venuto in mente che esiste Sovinati, ma qui la d c'è..
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
Io leggo Sovinardi. Mi è venuto in mente che esiste Sovinati, ma qui la d c'è..
Ti ringrazio per la tua lettura Gianantonio... In effetti, da quel che ho potuto constatare a partire dagli atti dei notai, Sovinardi è la storpiatura di Sovinati in quella zona del territorio (il problema di un Sovinardi in quel luogo e in quel momento mi costringe a rivedere tutta la cronologia dei rami di Sovinati emigrati dalla città fin dall'inizio del Quattrocento). Proprio non riuscivo a leggerci Sovinardi... se proprio un Soinardi. Ma quella r posta davanti alla d sembra davvero una s lunga! Non appena saranno stati riaperti gli archivi, proverò a tagliare la testa al toro e controllare se compaiono come proprietari nel Carlo V in San Vito. Almeno lì il cognome sarà anche ripetuto più volte anche tra le coerenze.