
Ricerca parente....scomparsa dalle carte!
Moderatori: Collaboratori, Staff
- MdeChamfort1
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Non so cosa accadesse esattamente nella zona a cui fai riferimento. In relazione al Regno delle Due Sicilie (quindi nel periodo pre-unitario), posso dirti che le morti avvenute in ospedale erano registrate dall'Ufficiale di Stato Civile del Comune del nosocomio. Ciò vuol dire che se un cittadino abruzzese dell'Aquila moriva in un ospedale di Napoli, la sua morte veniva annotata nei registri di morte del comune di Napoli ( a sua volta divisa in sezioni) con l'indicazione, però, del suo comune di origine. Bisogna chiedere conferma a qualche piemontese se tale sistema vigeva anche nel Regno di Sardegna... Ziadani,Bigtortolo, Uantiti.... siete stati nominati !!!!! 

Fabio 1969 > Fausto 1939 > Attilio 1896 > Vincenzo 1867 > Giuseppe Pasquale 1809 > Gregorio 1777 > Pasquale 1738 > ??? ... work in progress
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La sorella di un mio antenato, residente in un paese in provincia di Verona, fu portata all'ospedale di Verona per le gravi condizioni di salute dovute alla pellagra. Qui morì nel 1858. Il decesso con la diagnosi di morte fu recapitato al parroco il quale lo scrisse nel registro dei morti anche se non aveva celebrato il funerale (fu sepolta a Verona). Non so se questa trascrizione fu uno scrupolo del parroco o se fosse un obbligo. Vero è che non mai trovato altre registrazioni di questo tipo negli archivi parrocchiali, anche di altri paesi. La cosa doveva essere eccezionale perché a quei tempi si moriva a casa, soprattutto tra gente povera come i miei antenati (infatti sono rimasto stupito anch'io). Se esistono ora ospedali nei paesi che dici, l'unica soluzione è chiedere in direzione se hanno l'archivio delle cartelle cliniche di quell'epoca. Se l'ospedale non esiste più, non saprei dove possono essere i documenti. Forse all'Archivio di Stato.Nel caso fosse morta in ospedale la registrazione sarebbe anche stata poi trascritta nei documenti del paese dove risiedeva?
Io 1975>Papà 1944>Nonno 1914>Giuseppe 1889>Pietro 1861>Antonio 1824>Lorenzo 1794>Antonio 1762>Giovanni 1720>Domenico 1679>Bartolomeo 1647>Domenico 1615>Bartolomeo 1583>Nicolò 1556>Bartolomeo 1495 ca>Nicolò 1470 ca>Polo 1440 ca>Nicolò 1410 ca
- Gianlu
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Anche a me sono capitati un paio di casi.Tegani ha scritto:Non so se questa trascrizione fu uno scrupolo del parroco o se fosse un obbligo. Vero è che non mai trovato altre registrazioni di questo tipo negli archivi parrocchiali, anche di altri paesi.

La calma è la virtù dei forti, la pazienza dei genealogisti... - Gianluca
- Luca.p
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Io, invece, ho il mio arcavolo diretto (nonno del mio bisnonno) che è un highlander: nonostante sia nato nel 1793, a tutti gli effetti, non è ancora morto. Oddio... incontrarlo non l'ho mai incontrato, ma non essendo stata registrata la sua morte in nessun registro dei morti (né civile, né religioso) ho la speranza, prima o poi, di vedermelo saltar fuori all'improvviso 8)
- Basaba
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Lavorando lo scorso anno al Censimento mi è capitato il caso di una signora tedesca che risultava residente (nel 2011!) a Genova.
Il censimento era quindi intestato a lei, che risultava risidere qui con tutta la famiglia...
Abbiamo scoperto che si era ammalata ed era andata a curarsi in Germania, dove era morta da più di dieci anni.
Nessuno lo aveva comunicato al Comune...
Perciò non mi stupisco che nel '700 o nell'800 le persone spariscano senza che nessuno ne prenda nota!
Il censimento era quindi intestato a lei, che risultava risidere qui con tutta la famiglia...
Abbiamo scoperto che si era ammalata ed era andata a curarsi in Germania, dove era morta da più di dieci anni.
Nessuno lo aveva comunicato al Comune...
Perciò non mi stupisco che nel '700 o nell'800 le persone spariscano senza che nessuno ne prenda nota!
1349, attaccò. La peste nera ... Ti è chiaro che a quell'epoca avevi svariate migliaia di antenati? proseguì. Ciascuno ha 4 nonni 8 bisnonni 16 trisavoli e via così. Se calcoli a ritroso fino al 1349 diventano un bel gruppetto, no?... Tu avevi diverse centinaia di antenati bambini, ma nessuno morì
- bigtortolo
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Se sepolta in paese, deve risultare nel libro dei morti della parrocchia (già a stampa in quel periodo, almeno nella diocesi di Vercelli).
Poco probabile l'inumazione nel cimitero dell'ospedale, salvo l'assoluta indigenza della defunta e la mancanza di famigliari prossimi (ma non sembra questo il caso).
E comunque anche le salme dei poveri, per quanto mi risulta, venivano portate nel paese d'origine, a spese della comunità, come spesso risulta dalle delibere consiliari.
Poco probabile l'inumazione nel cimitero dell'ospedale, salvo l'assoluta indigenza della defunta e la mancanza di famigliari prossimi (ma non sembra questo il caso).
E comunque anche le salme dei poveri, per quanto mi risulta, venivano portate nel paese d'origine, a spese della comunità, come spesso risulta dalle delibere consiliari.
- aquilegia2011
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Magari era andata a visitare un'amica, una conoscente in un Comune vicino. A quei tempi di moriva spesso anche per un malore improvviso.
Ho trovato tanti casi del genere, di persone morte presso un'abitazione altrui e residenti altrove.
Nel Regno delle Due Sicilie, durante la restaurazione, esistevano appositi registri per i morti/i nati al di fuori del proprio domicilio, le adozioni, i figli naturali riconosciuti in un secondo momento, e in alcuni casi, anche per i cambi di domicilio. Questi atti sono chiamati "diversi". Esistono registri analoghi a Strevi?
Ho trovato tanti casi del genere, di persone morte presso un'abitazione altrui e residenti altrove.
Nel Regno delle Due Sicilie, durante la restaurazione, esistevano appositi registri per i morti/i nati al di fuori del proprio domicilio, le adozioni, i figli naturali riconosciuti in un secondo momento, e in alcuni casi, anche per i cambi di domicilio. Questi atti sono chiamati "diversi". Esistono registri analoghi a Strevi?
Sono Giulia e svolgo le mie ricerche qui: Isernia, Napoli, Caserta, Gaeta, Palermo, Messina, Roma, Firenze, Arezzo, Isola d'Elba, Perugia, Macerata, Ancona, Milano, Como, Bergamo, Lugano/Svizzera, Pirano/Istria
- ery1
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- Iscritto il: lunedì 5 settembre 2011, 18:24
- Località: Toscana
A me è capitato che una mia antenata morì in ospedale a Pescia (anno 1887) e l'ospedale inviò l'atto di morte allo Stato civile del Comune di Pescia (inserito e trascritto negli allegati agli atti di morte) che a sua volta lo inviò al Comune di residenza della defunta, dove venne trascritto negli allegati.Nel caso fosse morta in ospedale la registrazione sarebbe anche stata poi trascritta nei documenti del paese dove risiedeva?
Erica
Erica
- uantiti
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Mah! Il fatto che sia piemontese non credo ti possa essere di grande aiuto. Ho anch'io parenti svaniti nella nebbia, mai morti. Ho ipotizzato che fossero morti in un altro paese, in un ospedale o all'estero e che per motivi vari non sia mai arrivata la comunicazione al comune di nascita. O, nel caso sia arrivata, non è stata riportata nel registro supplementare. Comunque mi riferisco a registri redatti dopo l'unità d'Italia, a partire dal 1866. Per gli anni a cui ti riferisci tu, per quelle zone, penso ci siano solo i registri parrocchiali e non so come a quei tempi gestissero le comunicazioni da altre parrocchie, ammesso che arrivassero.cannella55 ha scritto:Grazie per le risposte, mi appello anche io ai piemontesi..nominati!
Ada
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- aquilegia2011
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- Iscritto il: venerdì 3 febbraio 2012, 11:59
Ecco il registro degli atti diversi del quartiere San Ferdinando di Napoli http://www.antenati.san.beniculturali.i ... ersi/1856/Chiederò direttamente a loro se esiste un faldone "diversi", io sinceramente non ne avevo mai sentito parlare.
che presenta, tra gli altri, alcuni "atti di morti fuori domicilio".
Sono Giulia e svolgo le mie ricerche qui: Isernia, Napoli, Caserta, Gaeta, Palermo, Messina, Roma, Firenze, Arezzo, Isola d'Elba, Perugia, Macerata, Ancona, Milano, Como, Bergamo, Lugano/Svizzera, Pirano/Istria