Mastro Vincenzo de Faniello, giacendo a letto infermo di corpo ma sano di mente e ancora in possesso di ottima loquela, detta le sue ultime volontà e istituisce suoi eredi universali i figli don Vito Antonio, Stefano, Maria e Giovanni Battista.
Affida la sua anima a Dio onnipotente, alla Vergine Maria e a tutti i santi e chiede di essere seppellito nella chiesa madre di San Leone, nella sepoltura riservata ai confrati della confraternita del Corpo di Cristo.
Lega tre ducati al Capitolo della suddetta chiesa per la celebrazione del suo funerale, tanta cera lavorata quanta ne giudicherà necessaria il figlio Vito Antonio e cinque carlini in moneta per "male ablatis" (denaro ci cui si era appropriato indebitamente?)
Dispone che il figlio Vito Antonio gli succeda nel possesso di:
- tre quartieri (unità locale di misura di superficie) di vigne posti nel territori di Castellana nella contrada del Suvarello presso le vigne di Marino de Faniello. Dispone che in caso di morte del suddetto Vito Antonio gli succedano nel possesso della suddetta vigna i figli Marino e Giovanni Battista e, in caso di estinzione della linea maschile, il figlio Stefano.
- una chiusura di terre dell'estensione di tre stuppelli circa con due alberi di ulivo, sita nel territorio di Catellana nella contrada del Suvarello.
- la quarta parte di una chiusura di terre dell'estensione di (?) tre e mezzo con alberi di ulivo, sita nel territorio di Castellana nella contrada del Suvarello...
(continua)
E adesso vado a nanna...
