Le curiosità degli archivi parrocchiali

Nel corso delle tue ricerche hai trovato un atto che riguarda una persona famosa? Ti è capitato di trovare un atto contenente qualche curiosità? Un nome veramente particolare? Questo è il posto giusto per segnalarlo.

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madredelgrano
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Le curiosità degli archivi parrocchiali

Messaggio da madredelgrano »

Gli archivi parrocchiali spesso, oltre che a servire come codice anagrafico per le ricerche genealogiche, offrono molti spunti e curiosità per altre indagini. Sarebbe interessante se chi ne trovasse menzione, ne partecipasse la trascrizione ad altri ricercatori, magari utilizzando questo forum.
Allora, a titolo di esempio ne invio due, di diverso tenore, recuperate nell'Archivio storico della Parrocchia dei Santi antonio e Panfilo a Spoltore.
Un matrimonio con penitenza
Il matrimonio del secolo, almeno per lo scandalo che dovette suscitare resta quello di Giuseppe Iasonno (1642-1703) cugino in primo grado del padre e quindi zio in linea collaterale di Maddalena Iasonno (1669-?) che ottennero la necessaria dispensa canonica per “il secondo grado eguale di consanguineità” a costo di una singolare penitenza pubblica a cui dovettero sottoporsi “per gli eccessi da loro commessi di copula et incesto (...) fatta in giorno di festa in tempo che si celebrerà la messa parrocchiale a cui è maggior concorso del popolo, staranno innanzi la porta della chiesa li detti Giuseppe e Maddalena Iasonno, inginocchioni con la candela accesa in mano e con un capestro al collo per ciascuno e per tutto il tempo che durerà la detta messa (....) e per due anni continui recitino tre volte la settimana la terza parte della corona del Santissimo rosario”.
Dal matrimonio celebrato a febbraio del 1693, in forma privata, presenti i soli testimoni Giuseppe di Clemente e Urbano Manfrini, dal cappellano curato don Giovanni Ferdinando, nacquero, per quel che risulta, Francesca (1694), Panfilo Domenico Antonio (1695), Barbara Brigitta (1696) e Giovanni Andrea (1698).
Un doppio funerale
Assolutamente eccezionale resta il caso di Antonia Saldalamacchia di Civitella del Tronto (1608-1670) (memoria f100 del liber mortuorum ad annum 1670) la cui trascrizione recita testualmente, come di seguito, si riporta:
“Anno Domini 1670 die 28 mensis settembri dio vero Antonia Saldalamacchia ex Civitella ad Truentum, degens ruri baronis Procaccini, ubi vulgi dicitur dell’ara mattonata, canna di Spultori, etatis suae sexaginta duorum circiter, cuius corpus sepultum fuit in ecclesia Septem Dolorum extra limitem nostrae diocesis, et per dies septem in d(ict)a ecclesia permansit, et postea de iure Justitiae, ac Sacro r(?) Cann (?) ut in Silvestrina tratt de sepoltura petitionibus ij dictum corpus ad ominibus ipsismet sibsequentibus nominatis in hac Matrice et Parrochiali ecclesia Sanctorum Panphili epi(scopi) et Antonis Abatis traslatum fuit et illi qui reportaverunt sunt Simeon de Joanne, Joannes de Amico, Philippus de Joanne Berardino, Hieronymus de Joanne Berardino, Joseph de Addelia, Joseph de Joanne Berardino et Blasius de Iacomo, de licentia Rev(eren)di Prepositi Caroli Ritutiis Supra(dic)ta Antonia Sacram(en)ta sacramenta penitentiae per (...) ab illis Parrocho in d(ict)a ecclesia recepit”.
A margine il libro annota : “Antonia Saldalamacchia per sette giorni stette sepolta nella sepoltura della Madonna delli Dolori e che fu in dolo della nostra Chiesa Matrice e Parrocchiale furono astretti li parenti a dissotterrarla e reportarla qui nella nostra Chiesa de Jure Justitiae ac Sac(ro) Can(one) ut in Silv(estrino) trat(ato) de sep(te die) alli pet(itio)niis”.

Un saluto a tutti
Madre del Grano

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VittoreT
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Messaggio da VittoreT »

Parole sante!
I fatti curiosi sono innumerevoli, questo poi... La traslazione della salma è un caso isolato? I personaggi che materialmente la eseguono(se ho inteso correttamente) chi sono?
Quale il motivo?
Ciao , bigtortolo
Vittore

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Gianlu
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Messaggio da Gianlu »

Un paio di curiosità tratte dai registri parrocchiali di Molveno (TN) che ho visionato sui microfilm dei Mormoni.

"Memoria: il 16 agost 1796 in Molveno sono venute le Truppe Austriache, e se ne fermarono quasi sempre sino li 4 mag 1797. Li Francesi furono in Molveno trè volte, e fugarono sempre li Austriaci. La prima fu li 19 feb, la seconda li 26 detto, la 3ª li 17 marzo 1797 ed in quest’ultima in capo al lago uccisero due Beraglieri, e Pietro Menighini, e ferirono suo fratello Giuseppe quale morì doppo giorni 18".

"Lì 24? Dicembre? 1823 - Carlo Franchi Rossi nubile ritrovato semivivo di là dal lago nel Tovo grande, cui data l’assoluzione condizionata e l’estrema unzione sulla sera morì…".

Ciao a tutti!
La calma è la virtù dei forti, la pazienza dei genealogisti... - Gianluca

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VittoreT
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dopo lipsia

Messaggio da VittoreT »

dal libro dei matrimoni, archivio Parr., appunto del Prevosto :

N.B. hoc anno 1814 die 30 Martii a coactis copiis Angliae Austriae, Borussiae, Russiae adversus Napoleonem GALLINORUM Imperatorem et Regem Italiae, Lutetia Parisiorum capta fuit

Die 11^ Aprilis Captivus Imperatorem Regno, et juribus abdicatis apud Insulam d' Elba secedit.

Die 21. Aprilis SS Pontifex Pius VII. ab exilio Redux, Deo vindice, Romanam fedem petens, lugubras vestes totias Ecclesia mutat

Die 14 Maji Victor Emanuel III Princeps Pedemontii, Sardiniae Rex, Sabadiae Dux, post 16 ann. absentiam inter Lutas subditorum acclamationes, et vota, sospes Genua pervenit, et die 20 ejusd. mensis Taurini sedem repetiit.

Spero di non aver commesso errori di battitura.
Notare Il Gallinorum anzichè gallorum . ed tono generale.

Bigtortolo


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VittoreT
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Messaggio da VittoreT »

ho dimenticato la traduzione ( da latinista maccheronico):

- In quest’ anno 1814, giorno 30 Marzo, Parigi fu presa dalle truppe di Inghilterra, Austria, Prussia, Russia (e Svezia) coalizzate contro Napoleone Imperatore dei Polli.
(non dei Francesi, con evidente disprezzo)

- Giorno 11 Aprile catturato l’ Imperatore, il quale, dopo aver abdicato, fu segregato presso l’ isola d’ Elba.

- Giorno 21 Aprile, il SS. Pontefice Pio VII, grazie a Dio vindice della Fede Romana supplice, torna dall’ esilio, la Chiesa intera smette le vesti a lutto.

- Giorno 14 Maggio, Vittorio Emanuele III Principe di Piemonte, Re di Sardegna, Duca di Savoia, dopo 16 anni di assenza giunse salvo a Genova, il giorno 20 dello stesso mese rientrò in Torino tra ampie acclamazioni e gli auguri dei sudditi.

Bigtortolo

madredelgrano
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spiegazioni per bigtortolo

Messaggio da madredelgrano »

Gentile amico
il caso del doppio funerale non è così isolato. Anche se meno eclatanti ne ho trovato altri due, sempre nella stessa parrocchia.
I motivi sono da ricercarsi nei legati lasciati alla chiesa dove si sarebbe stati sepolti.
Nel caso specifico Domenica Saldalamacchia aveva legato al luogo di sepoltura un bel gruzzolo e i parenti, non volendolo perdere, avevano pensato di aggirare l'ostacolo seppellendo la congiunta in un'altra chiesa e in un altro paese.
Ma "de jure" il prevosto e i canonici reclamarono il lascito e la giustizia, poiché "niente sepoltura niente lascito", impose ai parenti di andarla a dissotterrare e a riportare il cadavere nella matrice del paese. Gli uomini che lo fecero sono tutti in qualche modo parenti dell'estinta.
Ringrazio tutti per aver aderito alla mia proposta. Se continuiamo a inviarci queste curiosità alla fine metteremo insieme una bella collezione, oltretutto di grande interesse antropologico.
Grazie ancora
Madre del Grano

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Messaggio da madredelgrano »

Quando un incidente sul lavoro diventa un caso di stregoneria

Il liber mortuorum della citata Parrocchia dei Santi Antonio e Panfilo vescovo a Spoltore riporta ad annum nel 1666 la morte di tale Giovanni Pietro da Penna Sant’Andrea che mori, probabilmente mentre bruciava le stoppie del suo podere.
Il canonico però, forse a causa anche di certi comportamenti pregressi tenuti da Giovanni Pietro scrive che il pover’uomo “maliato dagli spiriti morì bruciato da se stesso nel suo pagliaio e fu sepolto fuori le mura della pietà dentro la fossa grande”.
Insomma roba da finire dritti all’inferno, anzi un caso in cui l'inferno era salito in terra.
Grazie ancora a tutti. Interessanti le notazioni di Bigtortolo: esilarante quel “imperator gallinorum”, ma storicamente importante la memoria del ritorno di Vittorio Emanuele, dopo l'avventura napoleonica.
Madre del Grano

emiliaovest437
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Messaggio da emiliaovest437 »

L'argomento è molto interessante e propongo anche io una piccola testimonianza.
Nel primo libro dei battezzati della parrocchia di Castelvetro (Modena) ci sono svariate note a margine del parroco su fatti e persone e mi ha colpito questa, trascritta in corrispondenza del 20 novembre 1577: "..di questi tempi apparse la cometa sopra di noi e duro' cinquanta giorni...".
Ho controllato su internet ed effettivamente nel 1577 c'e' stata una cometa, visibile per circa due mesi.
emiliaovest437

madredelgrano
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Messaggio da madredelgrano »

Grazie, sei molto gentile a partecipare a questo invito.
La memoria di molti fatti astronomici o naturali, quali terremoti, cadute di fulmini, frane, allagamenti, epidemie, spesso punteggia i libri parrocchiali ed anche gli affreschi votivi sulle pareti delle chiese.
Insomma il repertorio delle curiosità è destinato a crescere
Madre del Grano

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VittoreT
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Messaggio da VittoreT »

Alla domanda a chi spetta la pulizia della Chiesa, viene risposto così: La pulizia della Chiesa si fa dal Sagrestano. Finora non si è ancora potuto togliere lo sconcio dello sputar per terra sul pavimento. Non si è ancora introdotta la necessaria consuetudine di pulire (lavare) i vetri delle finestre, e spolverare banchi e porte.
Disgustoso, vero?
Bigtortolo

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Messaggio da madredelgrano »

il concetto di igiene è relativo al contesto storico in cui viene applicato. Azioni e modi che oggi ci sembrano inconcepibili un tempo erano ordinari.
Ma l'annotazione che data porta?
Comunque grazie per la notizia
Madre del Grano

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relatività

Messaggio da VittoreT »

relativo oggi come allora; la mia precedente, e quest' altra sono purtroppo ancora attuali .
Al quesito il Prevosto pro tempore, nel 1908, risponde;
All’ esterno della Chiesa, specialmente dalla parte di Mezzodì, si deve purtroppo lamentare un gravissimo sconcio, essendo ridotta tal parte a pubblica latrina, per cui nella Chiesa ne esalano per le finestre odori pestilenziali. Anche in altra Chiesa (S. Anna) si lamenta il detto sconcio; il sottoscritto che ne è il cappellano, per mezzo dell’ amministrazione essendo confraternita ne chiese provvedimento al Comune, ma senza vantaggio.

Non ho altre descrizioni di questo tenore, per fortuna.

Moscjon
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Messaggio da Moscjon »

I fatti di sangue accaduti nei cimiteri o all' interno delle chiese richiedevano sempre una riconsacrazione del luogo sacro.
Ma qualche volta ci poteva essere il dubbio ..... come a Tissano (Ud).
Ecco una copia di lettera inviata al vescovo:

11 marzo 1756

"..... con mio dolore espor devo all' Ecc.za V. come iersera cantandosi la compieta nella V.da Chiesa di Tissano, un ragazzo di anni (Al dir della Madre) undeci compiti, con un pugno cavò buona copia di sangue dalle narici ad un altro giovine di simil età sui gradini dell' Altar Maggiore a vista di gran popolo .... umilmente per tanto supplico V. Ecc.za d'avvanzarmi i suoi riveriti comandi intorno al riputar o nò violata la detta Veneranda Chiesa ".

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reliquie

Messaggio da VittoreT »

mater, mi complimento per l' idea.
siccome è Domenica, cerco di essere edificante.
Siamo nel 1772, nel mio paese così si combattono le avversità:
-In quanto alle reliquie vi è in primo luogo il Legno di S. Croce, e questa si espone nella festa dell’ invenzione di S. Croce ed anche nella festa dell’ Esaltazione di S. Croce, quando detto giorno cade in Domenica, come pure si suol detta reliquia di S. Croce portarsi processionalmente in occasione di grande siccità, o pioggie continue od qualche altra grave, e pubblica afflizione....

bigtortolo

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Messaggio da madredelgrano »

Grazie Bigtortolo e, siccome è domenica, per essere anche io edificante, invio un estratto dello statuto redatto dal Capitolo della Chiesa di San Panfilo il 19 marzo 1860, relativamente agli articoli riguardati i funerali.
Dopo lalettura, ognuno tiri le somme e forse apparirà più chiaro perché Curie e Parrocchie non amino che si metta il naso nei loro Archivi.
Lo statuto contiene altri articoli e altre prescrizioni che, qualora interessassero, invierò a puntate.
Spoltore 19 marzo 1860
Noi sottoscritti Parroco e Canonico della Chiesa di San Panfilo Vescovo, dopo la recita al Coro del Divino Ufficio vespertino, ci siamo congregati in pieno Capitolo nella Sagrestia della Chiesa suddetta per discutere questioni insorte tra il Rev Parroco e i Revdi Canonici intorno ai proventi avventizii, parte non considerati, parte non chiaramente definiti dalla Legge, come anche intorno ad altre cose concenenti l’ordinamento dei rispettivi doveri del Parroco, dei Canonici, nonché degli altri impiegati nella Chiesa.
Dopo maturo esame (omissis ....)
Art 1 – I funerali presente cadavere avranno tre categorie.
La prima conterrà l’associazione del cadavere senza parata alcuna dalla casa del morto alla Chiesa da farsi da un solo sacerdote, e ciò per turno tra il Parroco e i Canonici tutti, facendosi pagare grana venticinque. Il parroco prenderà, secondo gli atti posteriori al Concordato, la metà di queste grana, come diritto di benedizione parrocchiale, e l’altra metà di tale somma si dividerà in eguali parti tra i Canonici tutti. Se dai parenti del morto si vorrà l’associazione di un solo sacerdote al Convento dei Revdi Padri Minori Osservanti, il che dovrà pure eseguirsi per turno tra il Parroco e i Canonici, si faranno pagare carlini dieci, dei quali il Parroco prenderò una parte doppia, relativamente a quella di ciascun Canonico.
La seconda categoria conterrà l’associazione del cadavere dalla casa del morto alla chiesa con posate, per le quali ciascuna si pagherà secondo l’uso un carlino, e se ne faranno tante quante vorranno i parenti del morto: o senza, da eseguirsi dal Parroco e Canonici tutti in corpo, facedonsi pagare, secondo l’uso, carlini trenta. Il denaro delle posate, se avranno luogo, costituirà una somma divisa dai suddetti carlini trenta, come ancora confluirà una somma divisa le grana venticinque per diritto di benedizione parrocchiale. La divisione di questo provento sarà fatta così: il Parroco prenderà la metà di grana venticinque per diritto di stola, e l’altra metà di questa somma e la restante parte sarà divisa in modo uguale tra i canonici tutti. Di tutto il restante, vogliamo dire dei carlini trenta, e del denaro delle posate, se si faranno, il Parroco prenderà una parte doppia relativamente a quella di ciascun Canonico. La prefata ripartizione è secondo gli atti posteriori al Concordato. Se si vorrà l’associazione di un solo Sacerdote al Convento dei Rev.di Padri Minori Osservanti, si osserverà la regola esposta nella prima categoria. Se poi si vorrà l’associazione del Parroco e dei Canonici tutti in corpo al Convento, allora si faranno pagare altri carlini trenta e grana dieci per il Chierico, secondo l’uso. Di questa somma il Parroco prenderà una parte doppia a quella di sciascun Canonico. Si nota che chiunque del Capitolo sarà veramente malato, a giudizio morale del Corpo canonicale, avrà diritto a partecipare tutta intera la sua posizione. Si fatta cosa avrà ancora suo vigore nella percezione dei proventi di qualunque siasi altra funzione.
La terza categoria conterrà l’associazione detta di Ufficio doppio, dalla casa del morto alla Chiesa, da farsi da tutto il Capitolo con venti posate di un tarì l’una secondo l’uso. Il parroco vestirà il piviale nero ed incenserà ad ogni posata al morto; in Chiesa poi si canterà un notturno dei morti con le laudi e quindi una Messa solenne. Poscia la stessa associazione senza posate sarà fatta fino alla Chiesa del Convento. I parenti del morto pagheranno per la detta associazione dalla casa alla Chiesa parrocchiale e per le funzioni che in questa saranno state fatte ducati quattordici e per l’associazione al Convento dei Rev.di Padri Minori Osservanti ducati sei. Dai detti ducati quattordici si toglieranno carlini cinque, diritto doppio di stola, e di questi il Parroco prenderà grana venticinque e le altre grane venticinque si divideranno egualmente tra i Canonici tutti, di quello che rimarrà, secondo gli atti posteriori al Concordato, il Parroco prenderà una parte doppia relativamente a quella di ciascun Canonico, come anche una parte doppia prenderà degli altri ducati sei per l’associazione al Convento. Per la funzione che si farà in tertia die, la quale abbraccerà una Messa solenne e la recita di un notturno dei morti con le laudi si pagheranno carlini diciassette, conto separato dall’anzi detto.
Di questi proventi il Parroco prenderà una porzione uguale a quella dei canonici. Per questa funzione, detta di ufficio doppio, i parenti del morto dovranno lasciare libre due di cera in beneficio della Chiesa.
Articolo 2
Se i parenti di un morto di campagna volessero un solo sacerdote a prendere il cadavere si esigeranno carlini dodici; se poi volessero l’associazione dell’intero Capitolo si pagheranno ducati dieci. Questa tale associazione valerà fino alla chiesa rurale di Santa Lucia o a quella di San Giovanni, mentre pel restante delle funzioni si dovrà pagare come sopra detto. Il Sacerdote che farà questa funzione uscirà per turno, compreso il Parroco, il quale prenderà sempre la doppia relativa.
Articolo 3
Nelle forme comprese nelle precedenti categorie non verranno comprese quelle da darsi ai Rev.di Sacerdoti visitatori se fossero invitati, ai Chierici, ai Sagrestani, alla Cappella di Gesù Cristo, al becchino, all’organista: ciascuno di costoro sarà pagato secondo l’uso circa la quantità del denaro.
Il procuratore pro-tempore dovrà fare di queste somme un conto separato.
Articolo 4
Le Messe solenni si pagheranno carlini dieci, le cantate carlini cinque, ogni notturno dei morti grana venticinque, le laudi grana quarantacinque. Negli avventizii delle Messe col canto, presente cadavere, il Parroco, secondo gli atti posteriori al Concordato, prenderà la doppia relativa; negli avventizii non presente cadavere il Parroco prenderà una parte uguale a quella di ciascun Canonico.
Le Messe col canto saranno celebrate dal Parroco e dai Canonici tutti per turno, dovendosi portare il registro dal procuratore pro-tempore.

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