Antenati/parenti importanti
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Antenati/parenti importanti
Curiosità: Avete mai trovato nelle vostre ricerche un antenato o un parente importante?
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Nelle mie ricerche su rami collaterali o famiglie imparentate con la mia, ho trovato tre diverse discendenze da sovrani (attraverso donne e figli illegittimi). Sottolineo che nessuna delle tre porta a me, ma è stato molto interessante ricostruirle, soprattutto il realizzare che è molto più comune di quanto si pensi.
Per quanto riguarda me personalmente il massimo della fama raggiunta da miei avi diretti è un pittore di fama locale ed un medico di importanza nazionale. Entrambi sono oggi piuttosto sconosciuti.
Per quanto riguarda me personalmente il massimo della fama raggiunta da miei avi diretti è un pittore di fama locale ed un medico di importanza nazionale. Entrambi sono oggi piuttosto sconosciuti.
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Tra gli antenati di mia mamma ci sono quattro podestà-notai (di piccoli paesi) e un capo mastro (nel '500), nonché due periti agrimensori che hanno lavorato nel Basso Lodigiano ('600). Tra gli antenati diretti ci sono membri della famiglia Ariberti che discendono dall'arcivescovo di Milano Ariberto d'Intimiano vissuto intorno al mille, che a sua volta discenderebbe da due re Longobardi, Ariberto/Ariperto/Eriperto I e II. Nella stessa famiglia ci fu anche un cardinale Eriberto Ariberti cardinale del titolo di Sant'Anastasia verso il 1160.
Il cugino primo di mia nonna materna, mons. Primo Rizzardi, è stato rettore del seminario e poi vicario generale della diocesi di Fidenza. Aveva seguito in seminario il futuro arcivescovo di Bologna e cardinale Carlo Caffarra, che lo ha ricordato anche nel discorso d'ingresso nell'arcidiocesi di Ferrara.
Mio nonno inoltre mi raccontava sempre che suo zio paterno Carlo Fornasadi era andato in America (penso Argentina), aveva fatto fortuna e gli era stata dedicata una stazione ferroviaria in un paese /cittadina di cui però non sapeva il nome.
Il cugino primo di mia nonna materna, mons. Primo Rizzardi, è stato rettore del seminario e poi vicario generale della diocesi di Fidenza. Aveva seguito in seminario il futuro arcivescovo di Bologna e cardinale Carlo Caffarra, che lo ha ricordato anche nel discorso d'ingresso nell'arcidiocesi di Ferrara.
Mio nonno inoltre mi raccontava sempre che suo zio paterno Carlo Fornasadi era andato in America (penso Argentina), aveva fatto fortuna e gli era stata dedicata una stazione ferroviaria in un paese /cittadina di cui però non sapeva il nome.
Ultima modifica di gianantonio_pisati il mercoledì 28 agosto 2019, 1:27, modificato 1 volta in totale.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
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Io svolgendo le mie ricerche genealogiche ho trovato diversi personaggi importanti (alcuni di essi sono citati su libri di storia locale). La cosa interessante, nel mio caso, è che una leggenda di famiglia si è, poi, rivelata vera, e seguendo quel ramo ho trovato principi, nobili, notai, Mastri Marammieri (che sarebbero una sorta di impresari edili), Capi Mastri della Maramma della città (che equivarrebbero oggi agli Assessori per l'edilizia urbana), sacerdoti (che sono da considerare dei veri e propri personaggi importanti anche perché appartenevano nel 99,99% dei casi a famiglie facoltose). Ho trovato anche due santi e un venerabile con cui sono imparentato.
Ma, alla fine, se è vero quello che affermano alcuni, tutti gli europei odierni hanno un po' di sangue di Carlomagno, che pare fosse particolarmente incline alle avventure amorose. Quindi, come ha già scritto qualcuno, tutti sono importanti; ed è veramente così perché se ci fossero stati Carlomagno, Ruggero il Normanno, Napoleone, ma non ci fossero stati tanti uomini e donne dai palazzi affrescati agli umili tuguri, non ci saremmo neanche noi.
Tutti siamo nipoti di una regina e di una contadina!
Ma, alla fine, se è vero quello che affermano alcuni, tutti gli europei odierni hanno un po' di sangue di Carlomagno, che pare fosse particolarmente incline alle avventure amorose. Quindi, come ha già scritto qualcuno, tutti sono importanti; ed è veramente così perché se ci fossero stati Carlomagno, Ruggero il Normanno, Napoleone, ma non ci fossero stati tanti uomini e donne dai palazzi affrescati agli umili tuguri, non ci saremmo neanche noi.
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La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
K.
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Nessuno di eclatante,ma con le mirabolanti congiunzioni agli alberi genealogici americani di Ancestry e a quelli francesi di Geneanet, un ramo collaterale materno sarebbe imparentato con il presidente degli Stati Uniti d'America Jefferson e con il Fondatore dell'Esercito della Salvezza, Booth.Con un giornalista del 1800, famoso solo in ambito locale e con alcuni politici, medici, un console in Spagna ecc.ecc. .
Per parte di padre, il povero Emilio Salgari.Una misteriosa contessa, sposa in seconde nozze di un mio avo diretto, di cui non so nulla, ma cercherò di arrivare a qualche cosa, per pura curiosità, non per scoprire nobili ascendenze, che mi lasciano quasi del tutto indifferente.
Molti amministratori comunali, notai, proprietari terrieri, ma in una realtà piccola e contadina, quindi, non so quanto possano ...valere.
Resto fermamente orgogliosa dei miei avi diretti, che con volontà e tenacia hanno mandato avanti le terre di proprietà, sporcandosi le mani, rivoltando zolle ed imbottigliando vino.Da parte di mamma, siamo una delle famiglie più antiche nel campo vitivinicolo del Piemonte.
Molti altri sono stati semplicemente degli uomini e delle donne "normali", che hanno allevato moltitudini di figli, affrontato la povertà, le guerre, la distruzione dei loro averi e si sono rialzati, con determinazione.
Come dico sempre: loro sono me ed io sono loro, orgogliosa di esserlo!
Per parte di padre, il povero Emilio Salgari.Una misteriosa contessa, sposa in seconde nozze di un mio avo diretto, di cui non so nulla, ma cercherò di arrivare a qualche cosa, per pura curiosità, non per scoprire nobili ascendenze, che mi lasciano quasi del tutto indifferente.
Molti amministratori comunali, notai, proprietari terrieri, ma in una realtà piccola e contadina, quindi, non so quanto possano ...valere.
Resto fermamente orgogliosa dei miei avi diretti, che con volontà e tenacia hanno mandato avanti le terre di proprietà, sporcandosi le mani, rivoltando zolle ed imbottigliando vino.Da parte di mamma, siamo una delle famiglie più antiche nel campo vitivinicolo del Piemonte.
Molti altri sono stati semplicemente degli uomini e delle donne "normali", che hanno allevato moltitudini di figli, affrontato la povertà, le guerre, la distruzione dei loro averi e si sono rialzati, con determinazione.
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Diciamo che delle informazioni in merito ero in gran parte a conoscenza già prima di iniziare a fare le ricerche. Il mio quadrisavolo (padre della mia trisavola, moglie del mio antenato Ignazio D'Asdia) era il Barone Pietro Pisani, direttore del manicomio di Palermo agli inizi dell'800; a lui sono intitolati sia una strada di Palermo sia un padiglione dell'attuale Policlinico. Ovviamente, il titolo di Barone andò ereditato per via maschile, fino all'estinzione due generazioni dopo Pietro Pisani. Ma anche il mio trisavolo (Ignazio), il mio bisnonno (Pietro) e mio nonno (Alfredo, come me) ebbero una certa notorietà, in quanto pianisti e compositori. In diverse biblioteche nazionali (vedi ICCU) sono conservate delle loro carte di musica, ed a mio nonno è intitolata una strada a Modica (provincia di Ragusa). Fra l'altro, erroneamente si collocava la nascita di Pietro Pisani nell'anno 1760 o 1763, mentre da alcuni anni nelle varie bibliografie la data è stata corretta, essendo stato da me reperito l'atto di Battesimo (Parrocchia di San Nicolò all'Albergheria, a.1761).
La figlia del Barone sposò il mio trisavolo (il maestro Ignazio D'Asdia, che le dava lezioni di piano) nel 1836, all'età di 42 anni e per questo ebbero un unico figlio, il mio bisnonno Pietro. Per la verità, la relazione durava già da anni, tant'è che nel 1833 i due avevano avuto un'altra figlia (morta giovanissima), dichiarata "in trasferta" allo Stato Civile di Agrigento come figlia di genitori ignoti e poi riconosciuta all'atto del matrimonio.
Da parte di mia madre, c'è un'altra discendenza nobile da una famiglia siciliana di grande rilievo storico (Principi Y di Z, famiglia giunta in Sicilia nel XIII secolo al seguito del re Pietro III d'Aragona), ma si tratta di una discendenza illegittima, per cui preferisco non nominare il cognome di questa famiglia, anche se, per tre generazioni, dal mio bisnonno fino a mio zio i rapporti erano sempre stati ottimi, tant'è che ci si considerava "cugini" a tutti gli effetti, scambiandosi spesso il ruolo di testimoni in vari atti di Battesimo e di Matrimonio fra l'800 ed i primi decenni del 900.
La figlia del Barone sposò il mio trisavolo (il maestro Ignazio D'Asdia, che le dava lezioni di piano) nel 1836, all'età di 42 anni e per questo ebbero un unico figlio, il mio bisnonno Pietro. Per la verità, la relazione durava già da anni, tant'è che nel 1833 i due avevano avuto un'altra figlia (morta giovanissima), dichiarata "in trasferta" allo Stato Civile di Agrigento come figlia di genitori ignoti e poi riconosciuta all'atto del matrimonio.
Da parte di mia madre, c'è un'altra discendenza nobile da una famiglia siciliana di grande rilievo storico (Principi Y di Z, famiglia giunta in Sicilia nel XIII secolo al seguito del re Pietro III d'Aragona), ma si tratta di una discendenza illegittima, per cui preferisco non nominare il cognome di questa famiglia, anche se, per tre generazioni, dal mio bisnonno fino a mio zio i rapporti erano sempre stati ottimi, tant'è che ci si considerava "cugini" a tutti gli effetti, scambiandosi spesso il ruolo di testimoni in vari atti di Battesimo e di Matrimonio fra l'800 ed i primi decenni del 900.
Alfredo 1951 < Aldo 1921 < Alfredo 1871 < Pietro 1838 < Ignazio 1802 < Pietro 1762 < Gioacchino 1724 < Pietro 1682 < Vincenzo 1648c. < Andrea 1622c. < Paolo 1585c. < Giovanni 1563c. < Andrea, prima metà XVI sec.
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