Funerali e registrazione morto suicida

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Matteorm83
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Funerali e registrazione morto suicida

Messaggio da Matteorm83 »

Una domanda riguardo a come la Chiesa e le parrocchie gestivano un evento di morte per suicidio nell'800. In questi casi avveniva la registrazione da parte del parroco? E si celebrava il funerale?

Grazie, saluti,

Matteo
Enea e Lena (Milano) < Matteo (1983 - Roma) < Pietro (1944 - Roma) < Bruno Dino (1914 - Chitignano) < Pietro (1888 - Chitignano) < Pasquale (1853 - Chitignano) < Luigi (1795 Circa - Chitignano) < Niccoló (1762 Circa - Chitignano) < Paolino (?)

Kaharot
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Re: Funerali e registrazione morto suicida

Messaggio da Kaharot »

In realtà la prescrizione circa il divieto di celebrare funerali per i suicidi veniva quasi sempre disattesa e si celebravano ugualmente, pur sottolineando negli atti che la morte repentina del defunto non aveva permesso gli ultimi sacramenti, questo significa che generalmente anche se una persona era morta suicida veniva comunque registrata (senza specificare il suicidio o spiegandolo attraverso una malattia mentale, come abbiamo visto in un atto postato qualche settimana fa) e veniva celebrato il funerale. Non si può escludere, comunque, che qualche sacerdote più zelante (magari fresco d'ordinazione) poteva anche applicare alla lettera la prescrizione.
Queste regole, che alla sensibilità odierna appaiono denigratorie e impietose, avevano un preciso scopo pedagogico: servivano da deterrente, in modo tale che si mantenesse quella condanna sociale dell'atto, che unita al sentimento religioso, arginava o, comunque, rendeva più remota l'attuazione del piano suicida.
La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
K.

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Matteorm83
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Re: Funerali e registrazione morto suicida

Messaggio da Matteorm83 »

Kaharot ha scritto:
sabato 15 ottobre 2022, 12:11
In realtà la prescrizione circa il divieto di celebrare funerali per i suicidi veniva quasi sempre disattesa e si celebravano ugualmente, pur sottolineando negli atti che la morte repentina del defunto non aveva permesso gli ultimi sacramenti, questo significa che generalmente anche se una persona era morta suicida veniva comunque registrata (senza specificare il suicidio o spiegandolo attraverso una malattia mentale, come abbiamo visto in un atto postato qualche settimana fa) e veniva celebrato il funerale. Non si può escludere, comunque, che qualche sacerdote più zelante (magari fresco d'ordinazione) poteva anche applicare alla lettera la prescrizione.
Queste regole, che alla sensibilità odierna appaiono denigratorie e impietose, avevano un preciso scopo pedagogico: servivano da deterrente, in modo tale che si mantenesse quella condanna sociale dell'atto, che unita al sentimento religioso, arginava o, comunque, rendeva più remota l'attuazione del piano suicida.
Ciao Kaharot, grazie!

Matteo
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