Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

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pierluigic
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da pierluigic »

-
comunque
concordiamo sul fatto che quello che ha presentato Simon e' un documento interessante
.

cannella55
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da cannella55 »

Chiamare un figlio Gesù sa di coraggio o di sfida.
Se pensi, che il giorno della mia Cresima, nel Paleolitico, il Vescovo mi chiamò con il mio secondo nome perchè il primo non era di una Santa o Martire o altro di simile!
Mia madre mi dovette dare una spinta perchè non avevo capito, che chiamasse me!!
No so nulla di argomenti religiosi e la cosa riportata resta per me solo un fatto curioso ed eventualemente da approfondire.
Mai trovato nulla di simile.

Kaharot
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da Kaharot »

cannella55 ha scritto:
giovedì 9 giugno 2022, 10:23
No so nulla di argomenti religiosi e la cosa riportata resta per me solo un fatto curioso ed eventualemente da approfondire.
Mai trovato nulla di simile.
Infatti, come dicevo all'inizio, è qualcosa di raro se non unico, per quanto riguarda il nome di Maria. In Italia, come in molti altri Paesi, non viene mai usato il nome di Gesù, ma quello di Maria è molto diffuso, per cui sarebbe davvero interessante capire quella disposizione da cosa provenga: un documento vescovile? un sinodo diocesano? una particolare norma locale? Sicuramente non è una norma universale e non ha niente a che vedere con il Concilio di Trento. Il '500, però, fu non solo il secolo del Concilio di Trento ma anche il secolo dei Sinodi locali, nei quali si stabilirono molte norme per regolamentare situazioni che, nel corso dei secoli (anche a causa della scarsa attenzione pastorale dei vescovi), erano degenerate. Vennero celebrati Sinodi ovunque a livello diocesano o regionale e, purtroppo, è difficile reperire i documenti, perché se consideriamo che oggi l'Italia ha oltre 200 diocesi, molte delle quali frutto di accorpamenti fra diocesi, pensiamo a quanti Sinodi furono celebrati 500 anni fa.
La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
K.

cannella55
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da cannella55 »

Molto interessanti le tue argomentazioni, che su argomenti , che non ho mai approfondito, inducono a pensare e a ragionare.
Non sapevo, ad esempio, di Sinodi locali, ma quando leggo ciò, che non so, vado a cercare.
Le tue esposizioni sono sempre chiare e fruibili, anche da chi non è addentro ad una materia così complessa.
Ciao

Strategico8
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da Strategico8 »

Per la mia esperienza credo che ci fossero disposizioni a livello locale, non tanto nella diocesi ma nelle singole parrocchie.

Mi sono interfacciato con tre realtà, relativamente "vicine" geograficamente e tutte sotto la stessa antica giurisdizione ecclesiastica (Patriarcato di Aquileia), in due di esse si è sempre usato abbondantemente il nome Maria, in un altra mai (sostituendolo con "Marina" e "Marinza").
Proprio in questa parrocchia erano molto rari anche i "Giuseppe" e totalmente assenti i "Francesco" (cosa che mi ha colpito dato che altrove questi due nomi erano egemoni).
Luca (1987)< Mauro (1955)< Mario (1928)< Giuseppe (1893)< Antonio (1858)< Pietro (1820)< Antonio (1774)< Francesco (1744)< Antonio (1707)< Giovanni Battista (1680)< Francesco (1645 c.)< Antonio (1602 c.)< Giovanni (ante 1563) < Giacomo (ante 1529)

Kaharot
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da Kaharot »

Strategico8 ha scritto:
giovedì 9 giugno 2022, 23:23
Per la mia esperienza credo che ci fossero disposizioni a livello locale, non tanto nella diocesi ma nelle singole parrocchie.

Mi sono interfacciato con tre realtà, relativamente "vicine" geograficamente e tutte sotto la stessa antica giurisdizione ecclesiastica (Patriarcato di Aquileia), in due di esse si è sempre usato abbondantemente il nome Maria, in un altra mai (sostituendolo con "Marina" e "Marinza").
Proprio in questa parrocchia erano molto rari anche i "Giuseppe" e totalmente assenti i "Francesco" (cosa che mi ha colpito dato che altrove questi due nomi erano egemoni).
Se la diocesi era unica, allora sarà una disposizione parrocchiale, magari l'errata lettura di una disposizione vescovile.
Per quanto riguarda i Giuseppe e i Francesco ciò non deve stupire.
La devozione a san Giuseppe si inizia a diffondere in Occidente nel tardo Medioevo e, quindi, ancora nei secolo XVI e XVII stenta a trovare quella diffusione che conosciamo oggi. Solo durante il XVIII secolo ma, soprattutto, nel XIX secolo la devozione a san Giuseppe vedrà un vero e proprio boom in tutto l'orbe cattolico, con la nascita, fra l'altro, di diverse congregazioni religiose dedicate al santo Patriarca.
Per quanto riguarda Francesco la questione è un po' più complessa. Bisogna anzitutto dire che il nome deve tutta la sua fortuna al santo di Assisi, che, in realtà, si chiamava Giovanni, ma, ad esempio, nel Meridione dell'attuale Italia ebbe grande diffusione anche grazie all'omonimo santo di Paola (che si chiamava a sua volta Francesco in onore dell'assisano). Entrambi questi santi sono legati a ordini religiosi (i francescani il primo, i minimi il secondo) e, quindi, la diffusione o non diffusione del nome è strettamente legata agli ordini religiosi. Laddove gli ordini religiosi si stanziarono con fortuna presso la gente - e presso il clero secolare - il nome ebbe grande diffusione; dove, invece, la presenza non c'era o non aveva buoni rapporti con la gente e con il clero, era più difficile che il nome prendesse piede. Perché i battesimi si celebravano solo nella parrocchia e la parrocchia era affidata al clero secolare che, nel caso in cui fosse in aperta guerra con i religiosi, avrebbe potuto dissuadere la gente da utilizzare certi nomi.
Oggi il mondo, anche ecclesiastico, è molto diverso, anticamente soprattutto per ragioni finanziarie (non esisteva un sostegno finanziario statale ma si viveva con lasciti, testamenti e pagamenti di celebrazioni), ritrovarsi in città un convento significava perdere una buona fetta di proventi, perché la gente che si affezionava ai frati, donava, ovviamente, a loro e non alla parrocchia. Questo era fonte di litigi e divisioni che duravano anche secoli, e hanno ricadute anche sull'onomastica e le devozioni. Una pessima testimonianza che si offriva alla gente, tanto che in Sicilia (non so poi altrove) nacque il detto "monaci e parrini, viditicci la missa e stoccacci li rini" ossia "Monaci e preti: vediti la messa e rompigli i reni (stacci alla larga)".
La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da Strategico8 »

Kaharot ha scritto:
giovedì 9 giugno 2022, 23:56
Strategico8 ha scritto:
giovedì 9 giugno 2022, 23:23
Per la mia esperienza credo che ci fossero disposizioni a livello locale, non tanto nella diocesi ma nelle singole parrocchie.

Mi sono interfacciato con tre realtà, relativamente "vicine" geograficamente e tutte sotto la stessa antica giurisdizione ecclesiastica (Patriarcato di Aquileia), in due di esse si è sempre usato abbondantemente il nome Maria, in un altra mai (sostituendolo con "Marina" e "Marinza").
Proprio in questa parrocchia erano molto rari anche i "Giuseppe" e totalmente assenti i "Francesco" (cosa che mi ha colpito dato che altrove questi due nomi erano egemoni).
Se la diocesi era unica, allora sarà una disposizione parrocchiale, magari l'errata lettura di una disposizione vescovile.
Per quanto riguarda i Giuseppe e i Francesco ciò non deve stupire.
La devozione a san Giuseppe si inizia a diffondere in Occidente nel tardo Medioevo e, quindi, ancora nei secolo XVI e XVII stenta a trovare quella diffusione che conosciamo oggi. Solo durante il XVIII secolo ma, soprattutto, nel XIX secolo la devozione a san Giuseppe vedrà un vero e proprio boom in tutto l'orbe cattolico, con la nascita, fra l'altro, di diverse congregazioni religiose dedicate al santo Patriarca.
Per quanto riguarda Francesco la questione è un po' più complessa. Bisogna anzitutto dire che il nome deve tutta la sua fortuna al santo di Assisi, che, in realtà, si chiamava Giovanni, ma, ad esempio, nel Meridione dell'attuale Italia ebbe grande diffusione anche grazie all'omonimo santo di Paola (che si chiamava a sua volta Francesco in onore dell'assisano). Entrambi questi santi sono legati a ordini religiosi (i francescani il primo, i minimi il secondo) e, quindi, la diffusione o non diffusione del nome è strettamente legata agli ordini religiosi. Laddove gli ordini religiosi si stanziarono con fortuna presso la gente - e presso il clero secolare - il nome ebbe grande diffusione; dove, invece, la presenza non c'era o non aveva buoni rapporti con la gente e con il clero, era più difficile che il nome prendesse piede. Perché i battesimi si celebravano solo nella parrocchia e la parrocchia era affidata al clero secolare che, nel caso in cui fosse in aperta guerra con i religiosi, avrebbe potuto dissuadere la gente da utilizzare certi nomi.
Oggi il mondo, anche ecclesiastico, è molto diverso, anticamente soprattutto per ragioni finanziarie (non esisteva un sostegno finanziario statale ma si viveva con lasciti, testamenti e pagamenti di celebrazioni), ritrovarsi in città un convento significava perdere una buona fetta di proventi, perché la gente che si affezionava ai frati, donava, ovviamente, a loro e non alla parrocchia. Questo era fonte di litigi e divisioni che duravano anche secoli, e hanno ricadute anche sull'onomastica e le devozioni. Una pessima testimonianza che si offriva alla gente, tanto che in Sicilia (non so poi altrove) nacque il detto "monaci e parrini, viditicci la missa e stoccacci li rini" ossia "Monaci e preti: vediti la messa e rompigli i reni (stacci alla larga)".
Grazie della spiegazione.
La mia realtà è completamente diversa dalla Sicilia e anche dalle altre zone del sud e centro dell'attuale Italia, quasi un altro mondo.

Nelle aree in cui ho effettuato ricerche non c'erano monaci o frati. Però in una delle 3 località i nomi Giuseppe e Francesco erano abbastanza se non molto diffusi sin dal XVII secolo.

E' esattamente come dici ma anche, più semplicisticamente, è una questione di abitudini (spesso banali).
Nella parrocchia dove si utilizzava "Marina" e "Marinza" al posto di Maria, ad esempio, era diffusissima la pratica del condizionamento temporale da parte dei cappellani. Di che si tratta? Semplice: se nasceva un bimbo ai primi di febbraio ecco che il cappellano di turno diceva "Ah, siamo vicini a San Biagio, ricorda!" e... taaac veniva battezzato come Biagio. Lo stesso vale per altri santi/e (Andrea, Martino, Luca, Cristoforo, Simone, Agata, Orsola, Caterina, Lucia, Giovanni) che, probabilmente "piacevano" ai membri di quella comunità (in primis al clero secolare lì esercitante). Mi è capitato un paio di volte di trovare una pagina intera di battezzati TUTTI chiamati Biagio o Andrea o Caterina...
Questo, come è ovvio, crea dei problemi nella ricerca a causa dei moltissimi casi di omonimia (alle volte anche bimbi che hanno lo stesso nome e anche i loro padri)
Luca (1987)< Mauro (1955)< Mario (1928)< Giuseppe (1893)< Antonio (1858)< Pietro (1820)< Antonio (1774)< Francesco (1744)< Antonio (1707)< Giovanni Battista (1680)< Francesco (1645 c.)< Antonio (1602 c.)< Giovanni (ante 1563) < Giacomo (ante 1529)

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Re: Istruzioni redazione atti di battesimo 1585

Messaggio da Kaharot »

Utilizzare il santo "del giorno" o "del periodo" era una cosa abbastanza diffusa ovunque ed è naturale che alcuni santi trovassero più fortuna di altri, in particolare i santi legati a specifici patronati di mestieri o invocati contro malattie. Nel caso, ad esempio, di san Biagio, ebbe particolare celebrità perché veniva invocato contro i mali della gola e perché apparteneva al gruppo dei cosiddetti Santi Ausiliatori, 14 santi, a cui appartenevano, fra gli altri, gli altrettanto celebri Barbara, Caterina, Margherita, Cristoforo e Vito. Non possiamo, poi, non ricordare i santi legati alla protezione contro le pestilenze Sebastiano e Rocco; gli apostoli, specialmente Pietro e Paolo, che richiamavano il legame con la Chiesa di Roma; Giovanni, legato soprattutto a Giovanni Battista, patrono dei battezzati e dei padrini.
Particolare e diffusissima la devozione ai due Antoni, Antonio Abate, celebre in quanto protettore degli animali da cortile, e del francescano Antonio di Padova, che fu, ed è ancora oggi, molto più conosciuto e venerato dello stesso Francesco, forse per la sua vita particolarmente ricca di aneddoti o per il legame con la carità (il Pane di Sant'Antonio).
Questo in linea generale, poi è certamente interessante studiare il fenomeno onomastico zona per zona perché le motivazioni che decretano la celebrità o l'impopolarità di un nome sono molteplici, come giustamente hai fatto notare tu. Non ultima la mai tramontata moda di dare ai figli i nomi dei "vip", che, se oggi sono cantanti e attori, un tempo erano il re, il conte o la marchesa.
La memoria è la porta indispensabile per entrare nel futuro!
K.

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