Presa di possesso beneficio ecclesiastico e contestazione
Moderatori: Staff, Collaboratori
-
- Esperto
- Messaggi: 2580
- Iscritto il: venerdì 26 settembre 2008, 11:40
- Località: Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi)
- Contatta:
2:
Fit mentio cum iuribus.
3: sono tutte in zona della piega e non si riesce a leggerle neanche sforzandosi.
Fit mentio cum iuribus.
3: sono tutte in zona della piega e non si riesce a leggerle neanche sforzandosi.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
-
- Esperto
- Messaggi: 2580
- Iscritto il: venerdì 26 settembre 2008, 11:40
- Località: Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi)
- Contatta:
Prego, mi dispiace solo per le altre parole che non sono riuscito. Ho provato anche a cercare su internet una congregazione super negotiis ecc. pure in Google libri, ma niente.
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
L'ho fatto anch'io, senza successo.
Esiste però la sacra congregazione di S. Fede, penso che dopo "negotiis" ci stia un aggettivo.
Comunque il resto è chiarissimo.
Sono contento di aver trovato l'atto di presa di possesso dell'altare con abbraccio, bacio, spostamento di tovaglioli e candelabri etc, rituale noto da fonti edite.
Finalmente uno avvenuto al mio paese, anche se dietro c'era l'inghippo prontamente bloccato dal prevosto locale.
Esiste però la sacra congregazione di S. Fede, penso che dopo "negotiis" ci stia un aggettivo.
Comunque il resto è chiarissimo.
Sono contento di aver trovato l'atto di presa di possesso dell'altare con abbraccio, bacio, spostamento di tovaglioli e candelabri etc, rituale noto da fonti edite.
Finalmente uno avvenuto al mio paese, anche se dietro c'era l'inghippo prontamente bloccato dal prevosto locale.
Vittore
-
- Livello6
- Messaggi: 1378
- Iscritto il: sabato 30 agosto 2014, 3:38
- Contatta:
Con riferimento la parola che manca dedurre qui:
... reverendi Horatii Maglioni Iuris Utroque Doctoris clerici
Vercellensis economi congregationis super negotiis (...)
ad sanctam fidem...
vedi se puoi associare qualche parola a "conversorum / convertere"
C'era pure un Ospizio dei Convertiti, dove questi lasciavano i beni in donazione
Orazio Maglioni, sembra essere economo della: "Congregata Haeretìcorum Conversorum ad Sanctam Fidem... "
O farti un giretto tra i Codici della Biblioteca vaticana (ce qualcosa online) per trovare qualche riferimento, vedi qui, forse può aiutare:
https://archive.org/stream/catalogodeim ... g_djvu.txt
"Codici Vaticani j3"
... reverendi Horatii Maglioni Iuris Utroque Doctoris clerici
Vercellensis economi congregationis super negotiis (...)
ad sanctam fidem...
vedi se puoi associare qualche parola a "conversorum / convertere"
C'era pure un Ospizio dei Convertiti, dove questi lasciavano i beni in donazione
Orazio Maglioni, sembra essere economo della: "Congregata Haeretìcorum Conversorum ad Sanctam Fidem... "
O farti un giretto tra i Codici della Biblioteca vaticana (ce qualcosa online) per trovare qualche riferimento, vedi qui, forse può aiutare:
https://archive.org/stream/catalogodeim ... g_djvu.txt
"Codici Vaticani j3"
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
-
- Esperto
- Messaggi: 2580
- Iscritto il: venerdì 26 settembre 2008, 11:40
- Località: Castelnuovo Bocca d'Adda (Lodi)
- Contatta:
Allora invece di Prom(ovendam) potrebbe essere "Rome"/"Romae".
io 1983-G.Pietro 1955-Antonio 1920-Carlo Andrea 1886-Pietro 1850-Giulio 1812-G.Batta 1789-Francesco M. 1760-G.Batta 1717-Francesco M. 1692-G.Batta 1657-Carlo G. 1629-G.Batta 1591-G.Andrea 1565-Pietro-G.Francesco-Pietro di Bartolomeo Broffadelli e Rosa Pisati di Leonino-Bertolino-Leonino? (v. 1428)
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
L’accaduto in sintesi:
Il 17 Giugno 1621 si presentano alla chiesa parrocchiale di Asigliano Sebastiano Vietto, nunzio giurato della curia vercellese ed esecutore del mandato di cui sotto, il parroco della chiesa di S. Giacomo di Vercelli don Pietro Leporato in veste di procuratore dell’investito, il chierico Orazio Maglione, dottore in diritto civile e canonico ed economo della sacra congregazione sugli affari dei convertiti alla santa fede, e il notaio rogante Giovan Battista Gottofredo dei consignori di Buronzo, notaio collegiato di Vercelli.
Il procuratore esibisce un mandato di immissione in possesso emesso dall’uditore delle cause della camera apostolica dato in Roma il 21 Maggio dello stesso anno, e chiede se ne dia lettura.
Fatto ciò e compresone il significato dai presenti, il nunzio prende per mano don Leporato che, a nome di procura, accetta la presa di possesso delle cappelle di S. Maria (senza reddito, un tempo di giuspatronato della famiglia de Momo) e di tutti i Santi (di giuspatronato litigioso tra le famiglie de Dionisis/Caresana e delle Lanze, con reddito di 70 scudi oro annui), abbraccia e bacia l’altare, sposta tovaglioli e candelabri posti sopra e li riposiziona, cammina attorno all’altare e compie altri gesti possessori soliti, visto da tutti senza alcun contrasto, testimoni il notaio Giovanni Francesco Perucca e Biagio Tortolone, entrambi di Asigliano.
Quindi nunzio, procuratore, notaio e testimoni si recano ad una pezza di terra di due moggi appartenente alla cappella di tutti i Santi, dove il procuratore ne prende il possesso camminando per la pezza, prendendo in mano della terra e spargendola, estirpando erbam, rompendo rami e facendo altri gesti soliti, visto da tutti e non contrastato da alcuno.
Il gruppo si reca poi a casa del fittavolo Dellarole, trovato a letto. Costui si riconosce come affittuario dei beni e dà le garanzie consuete.
Dopo un paio d’ore compare davanti all’esecutore don Bellone, parroco di Asigliano e procuratore del vero beneficiato, il canonico Vercellese Giovanni Pietro Caresana, ed esibisce un mandato rogato Bellino, secondo il quale risulta il beneficio non essere vacante, e che il beneficiato non intende desistere dal beneficio, dichiarando di opporsi e, qualora non si desista, di ricorrere in giudizio.
Il 17 Giugno 1621 si presentano alla chiesa parrocchiale di Asigliano Sebastiano Vietto, nunzio giurato della curia vercellese ed esecutore del mandato di cui sotto, il parroco della chiesa di S. Giacomo di Vercelli don Pietro Leporato in veste di procuratore dell’investito, il chierico Orazio Maglione, dottore in diritto civile e canonico ed economo della sacra congregazione sugli affari dei convertiti alla santa fede, e il notaio rogante Giovan Battista Gottofredo dei consignori di Buronzo, notaio collegiato di Vercelli.
Il procuratore esibisce un mandato di immissione in possesso emesso dall’uditore delle cause della camera apostolica dato in Roma il 21 Maggio dello stesso anno, e chiede se ne dia lettura.
Fatto ciò e compresone il significato dai presenti, il nunzio prende per mano don Leporato che, a nome di procura, accetta la presa di possesso delle cappelle di S. Maria (senza reddito, un tempo di giuspatronato della famiglia de Momo) e di tutti i Santi (di giuspatronato litigioso tra le famiglie de Dionisis/Caresana e delle Lanze, con reddito di 70 scudi oro annui), abbraccia e bacia l’altare, sposta tovaglioli e candelabri posti sopra e li riposiziona, cammina attorno all’altare e compie altri gesti possessori soliti, visto da tutti senza alcun contrasto, testimoni il notaio Giovanni Francesco Perucca e Biagio Tortolone, entrambi di Asigliano.
Quindi nunzio, procuratore, notaio e testimoni si recano ad una pezza di terra di due moggi appartenente alla cappella di tutti i Santi, dove il procuratore ne prende il possesso camminando per la pezza, prendendo in mano della terra e spargendola, estirpando erbam, rompendo rami e facendo altri gesti soliti, visto da tutti e non contrastato da alcuno.
Il gruppo si reca poi a casa del fittavolo Dellarole, trovato a letto. Costui si riconosce come affittuario dei beni e dà le garanzie consuete.
Dopo un paio d’ore compare davanti all’esecutore don Bellone, parroco di Asigliano e procuratore del vero beneficiato, il canonico Vercellese Giovanni Pietro Caresana, ed esibisce un mandato rogato Bellino, secondo il quale risulta il beneficio non essere vacante, e che il beneficiato non intende desistere dal beneficio, dichiarando di opporsi e, qualora non si desista, di ricorrere in giudizio.
Vittore
- Luca.p
- Amministratore
- Messaggi: 8036
- Iscritto il: domenica 13 novembre 2005, 20:14
- Località: Terni
- Contatta:
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
- Luca.p
- Amministratore
- Messaggi: 8036
- Iscritto il: domenica 13 novembre 2005, 20:14
- Località: Terni
- Contatta:
- VittoreT
- Staff
- Messaggi: 5610
- Iscritto il: venerdì 14 novembre 2008, 10:42
- Contatta:
Già, era il beneficio più ricco in paese.
Evidentemente faceva gola al chierico Maglione, tanto da farlo passare per vacante presso i suoi compari in Roma.
Leggo, dalle visite pastorali, che raggiunse poi un reddito annuo di 100 scudi oro.
Se si considera che i sacri canoni prescrivevano che i chierici prossimi all'ordinazione sacerdotale fossero provvisti di un patrimonio ecclesiastico di 25 scudi annui per il loro vivere e vestire fino a che non avessero introiti propri, allora si capisce che accaparrarsi un'entrata del genere fosse una forte tentazione.
Tanto più che, ottenuto il beneficio, si intascavano il malloppo e manco si facevano vedere in paese (molti risiedevano in Roma), e si facevano sostituire da un prete locale per l'obbligo di messe, compensandolo con una bazzeccola.
Evidentemente faceva gola al chierico Maglione, tanto da farlo passare per vacante presso i suoi compari in Roma.
Leggo, dalle visite pastorali, che raggiunse poi un reddito annuo di 100 scudi oro.
Se si considera che i sacri canoni prescrivevano che i chierici prossimi all'ordinazione sacerdotale fossero provvisti di un patrimonio ecclesiastico di 25 scudi annui per il loro vivere e vestire fino a che non avessero introiti propri, allora si capisce che accaparrarsi un'entrata del genere fosse una forte tentazione.
Tanto più che, ottenuto il beneficio, si intascavano il malloppo e manco si facevano vedere in paese (molti risiedevano in Roma), e si facevano sostituire da un prete locale per l'obbligo di messe, compensandolo con una bazzeccola.
Vittore
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 13 ospiti