Gentile Forum,
nel testo di Salvatore Piatti, francescano, " Pergine- vita e cammino di una comunità cristiana", nell'elencare i curatori di anime del paese di Ischia ( Pergine Valsugana) li distingue in Missari o cappellani( in una altra parte del testo scrive, invece, " Vengono distinti quali Missari e Curati), curati, aggiungendo infine i parroci.
Ischia è diventata parrocchia solo dal 1949. Ischia era il paese di provenienza dei miei ascendenti paterni.
Non sono riuscito a trovare il significato di " missario". Il missario è eguale al cappellano e al curato? o c'è una differenza di ruoli e competenze? C'è qualche errore tipografico nel testo?" E" od "o" non sono la stessa cosa.
Grazie per la risposta.
Dario Roat
Missari o cappellani; missari e curati
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Missari o cappellani; missari e curati
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Il missario è quasi la stessa cosa del cappellano ma non è il curato. Il curato, infatti, è quello che ha la "cura animarum", ossia il sacerdote che ha la "giurisdizione" sul popolo che vive in un dato territorio (diciamo che è una figura assimilabile al parroco).
Il cappellano, in termini strettamente etimologici, è quello che ha la cura di una cappella, cioè di un altare all'interno della chiesa. E in questa cappella provvede a celebrare le messe, soprattutto i legati. Prima, infatti, esisteva un istituto giuridico-canonico per cui una famiglia poteva "legare" una parte dell'eredità alla celebrazione di messe, scegliendo anche l'altare su cui celebrarle o il sacerdote che doveva celebrarle. I soldi del legato venivano esatti dai proventi di terreni e case (ecco perché le chiese avevano terreni e case di proprietà) oppure forniti direttamente dagli eredi (ciò fu causa di molte liti giudiziarie). I cappellani, inoltre, si occupavano di amministrare i sacramenti in vece del parroco.
I Missari, come dice il dizionario sopra postato, erano i sacerdoti che celebravano le messe, non erano, quindi, legati a una cappella né alla celebrazione dei sacramenti né a un legato testamentario. Di solito erano i preti più giovani.
Il cappellano, in termini strettamente etimologici, è quello che ha la cura di una cappella, cioè di un altare all'interno della chiesa. E in questa cappella provvede a celebrare le messe, soprattutto i legati. Prima, infatti, esisteva un istituto giuridico-canonico per cui una famiglia poteva "legare" una parte dell'eredità alla celebrazione di messe, scegliendo anche l'altare su cui celebrarle o il sacerdote che doveva celebrarle. I soldi del legato venivano esatti dai proventi di terreni e case (ecco perché le chiese avevano terreni e case di proprietà) oppure forniti direttamente dagli eredi (ciò fu causa di molte liti giudiziarie). I cappellani, inoltre, si occupavano di amministrare i sacramenti in vece del parroco.
I Missari, come dice il dizionario sopra postato, erano i sacerdoti che celebravano le messe, non erano, quindi, legati a una cappella né alla celebrazione dei sacramenti né a un legato testamentario. Di solito erano i preti più giovani.
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K.
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