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Perchè i meridionali si imbarcavano a Genova ?

Inviato: mercoledì 9 marzo 2011, 13:06
da fullons
Da piccolo i miei nonni argentini mi raccontavano che i Fullone venivamo da Cosenza e che il viaggio in mare l'avevano fatto i miei bisbisnonni partendo da Genova.

A distanza di anni ho trovato per caso dei documenti che effettivamente legavano i Fullone argentini a Montalto Uffugo in prov. di Cosenza e da cui ho potuto trarre tutta la genealogia, ma mi rimane ancora quel dubbio su Genova.

Da un libro che sto leggendo scopro che nel 1872 da Genova partirono per l'America 20.365 italiani regolari e circa ottomila clandestini.
Dei 20 mila regolari solo 2500 erano liguri, gli altri venivano dal resto d'Italia per lo più dalle provincie meridionali (8-10 mila persone) e dall'alta Italia.

Che ragioni possono aver spinto questa massa di persone a partire da Genova invece che da Napoli ?


fonte : R. Paternostro " Letteratura italiana dell'emigrazione"

Inviato: mercoledì 9 marzo 2011, 13:38
da alberello
ciao Fullons.
Così tanto per ragionarci un po' su, provo a dare il mio parere.

Dopo l'unità, sappiamo che il neo regno ebbe a contrastare una feroce gueurra civile, per la stabilizzazione del regno stesso.
Nelle provincie meridionali, più delle altre vi fu una repressione, non da nulla che duro un decennio e più.
E' possibile che la gente meridionale, imbarcandosi a genova, avrebbè subito meno controlli che da un posto meridionale tenuto più sotto controllo?
Dopotutto fu un esodo che chiamerei più fuga!
Fuga da un regno che cambiò non poco le sorti delle diverse popolazioni di quelli che erano tutti gli stati preunitari, R d Sardegna compreso!
Ovviamente lungi da me il dire che 10 mila persona avevano qualcosa da nascondere, anzi!
Ma, magari potrebbe essere una spiegazione?

Aspetta pareri più illuminati

Alberello

Inviato: mercoledì 9 marzo 2011, 15:09
da 14091954
Non sono un esperto di emigrazione, tutt'altro, ma mi risultano cifre un po' più contenute di quelle che elenchi nel tuo intervento. Tra l'altro l'emigrazione meridionale fu molto inferiore a quella settentrionale fino ai primi anni del '900 per divenire preponderante solo dopo il 1920. Nel diciannovesimo secolo, infatti, oltre il 70% di coloro che lasciavano l'Italia erano settentrionali (veneti, friulani e lombardi, in primis).
Prova a dare un'occhiata a questo link, anche per verificare le tabelle di Nitti antecedenti il 1875:
http://www.ilportaledelsud.org/mr40.htm
C'è anche un ottimo centro studi sull'emigrazione (CISEI) dove penso potrai trovare qualche notizia in più. Di sicuro c'è anche il fatto che i porti che assorbirono il maggior traffico di emigranti meridionali furono, per forza di cose, Napoli e Palermo.

Mario

Inviato: mercoledì 9 marzo 2011, 16:35
da fullons
per Alberobello, certamente gli stati d'assedio esasperarono la popolazione del meridione, ma i passaporti li forniva la prefettura dei singoli paesi, e gran parte degli emigranti erano regolari ed avevano ottenuto il passaporto.

per Mario
Le cifre riportate nel "portale del Sud" sono citate anche nel libro di Paternostro, ma avevo confuso l'emigrazione da Genova con quella nazionale.

Mi rimane questo dubbio sull'emigrazione dei meridionali da Genova, forse da la partivano più navi, forse il prezzo del biglietto era inferiore rispetto a Napoli,oppure effettivamente erano meno controllati da Genova (anche se le misure repressive nei confronti dell'emigrazione saranno adottate con il decreto Lanza solo nel 1873). Di certo se molte famiglie Calabresi sono emigrate da Genova dovevano avere un motivo più che valido per fare questo doppio viaggio...

Ho trovato anche la lista dei documenti che doveva fornire il richiedente per ottenere il passaporto :

a) atto di nascita
b) certificato di esito di leva
c) perquisizioni nette della pretura e del tribunale
d) certificato di buona condotta
e) consenso del coniuge, se ammogliato
f) Attestato che abbia i mezzi per fare il viaggio e mantenersi all'estero finchè non trova lavoro
g) atto di garanzia per assicurare le spese di ritorno

Riporto le tabelle degli espatri del 1872

Piemonte e Liguria: 6585 persone
Lombardia: 4256 p.
Veneto: 280 p.
Emilia: 398 p.
Toscana: 1452 p.
Romagne: 170 p.
Meridionali: 6161 p.
Esteri: 1062 p.

Tot: 20364 espatri

Bisogna tenere conto che se in un primo periodo si parlava di espatri contenuti e momentanei, ciò divenne fenomeno di massa dopo gli anni '70 del '800.

Inviato: mercoledì 9 marzo 2011, 17:02
da 14091954
Caro Fullons,

sicuramente Genova era il porto dal quale partiva la maggior parte degli emigranti del nord. In effetti non riesco a spiegarmi molto la preferenza per questo imbarco, che sicuramente costringeva molti a un viaggio non agevole dal sud al nord. Devo dire, comunque, che scorrendo alcuni record di immigrazione di Ellis Island moltissimi emigranti sono segnalati come provenienti da Cherbourg anche se penso si tratti dello stesso tipo di informazione che ancora oggi chiedono a bordo degli aerei quando si tratta di compilare la form di immigrazione per il visto temporaneo ("ultima città visitata"). Quindi probabilmente le navi facevano uno scalo tecnico prima di affrontare la traversata. Può anche essere che i vascelli che partivano da Napoli andassero ad imbarcare passeggeri a Genova per poi fare scalo anche in altri porti, anche se lo ritengo difficile.

E' comunque un tema interessante, che varrebbe la pensa approfondire ...

Mario

Inviato: mercoledì 9 marzo 2011, 18:39
da fullons
Caro Mario
Sicuramente c'è la possibilità che le navi partendo da Genova e facendo scalo a Napoli siano state registrate al porto di arrivo come provenienti da Genova.
Eppure c'è qualcosa che non mi convince, anche per il fatto di quello che mi hanno raccontato i miei nonni, che Genova non sapevano neanche dove si trovasse, eppure a distanza di tanti anni da quel viaggio mi hanno dato quei due posti su cui indagare e di cui uno si è rivelato giusto.


Altro dato intressante sulle emigrazioni regolari del 1872 si ottiene confrontando l'emigrazione nazionale con quella genovese.
Se infatti da Genova sono partiti 16500 regolari mentre dal resto d'Italia "solo" 4000 regolari (dato ottenuto facendo la differenza dei 20mila e rotti meno i citati 16500), allora di quei 6100 meridionali espatriati regolarmente nel 1872, circa la metà la fatto in via ufficiosa attraverso Genova.

Vedo cosa riesco a trovare nei siti sull'emigrazione.

Qualcuno sa se i passaporti degli emigranti si conservano ancora a Genova ?
In alcuni siti dicono che sono stati distrutti, altri invece ne fanno riferimento anche per i primi anni di unità nazionale.
A chi credere :?:

Inviato: giovedì 10 marzo 2011, 10:32
da alberello
fullons ha scritto:per Alberobello ...ALBERELLO!! :D ti perdono.

...
Ho trovato anche la lista dei documenti che doveva fornire il richiedente per ottenere il passaporto :

a) atto di nascita
b) certificato di esito di leva

beh, nel 72 c'erano ancora persone nate negli stati preunitari! Non parlo ovviamente degli anziani che servirono contro l'Unità... Mah, non tutti gli stati preunitari prevedevano un obbligo di leva!! Se non in minima parte
perlando per l'EX R.dDue Sicilie era misto aveva un esercito volontario che durava dai 5 agli 8 anni, ed un esercito mercenario straniero. Le leve c'erano ma funzionavano a chiamata per fasce d'età e cambiavano sempre, a seconda del capriccio del RE di turno e, comunque quasi al fabisogno!!

Boh? Magari per questo esistevano delle clausule?

...
Bisogna tenere conto che se in un primo periodo si parlava di espatri contenuti e momentanei, ciò divenne fenomeno di massa dopo gli anni '70 del '800.

L'esodo post unità è stata una piaga, creata anche dalla povertà che ne derivò con i mille debiti del regno di sardegna, divenuto italia con il resto della penisola.
Il regno immise delle tasse che gli altri stati non avevano mai avute... Non parlando dell'obbligo di leva divenuto abbligatorio anche per i preti con la laicizzazione dello stato...

questo scompiglio se vuoi anche culturale, porto alla fuga, e chi poteva permetterselo non perdeva l'occasione del miraggio USA!!
alberello

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 15:56
da smupola
Scusate se mi intrometto, ma, da ciò che ho capito nei racconti dei miei famigliari, la differenza era che:
Da Napoli partivano le navi per il sud america
Da Genova quelle per N Y.
o viceversa
quindi era un problemo di meta.
Comnque è una mia supposizione che cerca conferma ovviamente !!!!!

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 20:03
da fullons
Ciao smupola

Nessuna intromissione, anzi stiamo cercando propio nuove opinioni.

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 21:52
da alberello
smupola ha scritto:Scusate se mi intrometto...
Ma scherzi??

Dal meridione si partiva anche da Palermo, la meta era NY.
Mi pare un ottima motivazione, le altre forse, sono più congetture!!

alberello

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 22:03
da alberello

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 22:10
da Raffaele
Ciao fullons ,

Ciò sembra normale che la tua famiglia di Cosenza partiva da Genova per il Sud America.

Perché il porto di Genova sviluppava il traffico verso il Sud America e il porto di NAPOLI sviluppava il traffico verso il Nord America (e non l'inverso).

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 23:25
da pink67
Dall'esperienza che mi sono fatta in questo tipo di ricerche posso dire che molte navi facevano scalo prima a Napoli, poi a Genova e Marsiglia; che da Genova partivano navi per il Sud-America e per il Nord-America (ho trovato navi che partirono dal porto di Genova e arrivarono a New York già nel 1850 alcune facevano scalo anche a Gibilterra); che da Palermo partivano navi dirette a New Orleans (ricordo di aver letto molti sbarchi della Nave Manilla che faceva Palermo-New Orleans)... come ha scritto Raffaele Genova era "specializzata" per le partenze verso il sud-america...
Segnalo anche qui questa discussione di qualche giorno fa sui motivi dell'emigrazione dal porto di Le Havre:
http://www.tuttogenealogia.it/index.php ... pic&t=4483

Laura

Inviato: martedì 15 marzo 2011, 23:42
da pink67
Dal sito:
http://www.liguri.net/lepietremare/22002/viaggio.htm
GENOVA PIONIERA
DELL'EMIGRAZIONE

Genova e la Liguria anticipano le scelte migratorie dirette alle Americhe che avranno il culmine nell'ultimo quarto del diciannovesimo secolo, di molti decenni: tra il 1833 e il 1850 partono dal porto di Genova ben 13700 persone, emigranti "arcaici" che appartenevano spesso a ceti "privilegiati, colti e intraprendenti": erano esuli liberali e mazziniani, dopo i moti risorgimentali falliti, commercianti, marinai, futuri imprenditori diretti quasi tutti (il 68% dei partenti) ai Paesi del Rio della Plata, con cui c'erano saldissimi legami commerciali, o verso l'oro californiano (il 16,5% raggiunge gli Stati Uniti) o guarda all'avventura brasiliana (l'8.9%).

Poi l'emigrazione cambia: incalzano da tutta la penisola masse di contadini diretti alle navi e i liguri "emigranti modello" sotto tutti gli aspetti, compresa la grande lealtà alla vecchia e alla nuova patria, dimostrate in mille modi, diventano spesso anche imprenditori del trasporto di emigranti, mentre il rapporto tra "città degli emigranti e città dei cittadini" si caratterizza, come uno dei saggi della ricerca sintetizza con estrema e amara chiarezza, in "sfruttamento e ghettizzazione".
PIU' TRAFFICI, PIU' PROFITTI, SENZA SOLIDARIETA'
Nel corso dei decenni come alloggino, dormano, si riposino, mangino gli emigranti "è cosa che solo Dio sa" scrive l'economista Jacopo Virgilio nel 1873 sul giornale "La Borsa" e "ogni cosa" viene lasciata "in mano alla divina provvidenza". Già vent'anni prima, però, un modesto veliero per il trasporto degli emigranti, poteva far incassare al suo armatore ogni anno cifre superiori del 30% al valore della nave stessa. Per questo motivo, nel decennio precedente l'unità d'Italia a Genova operavano già una decina di imprese amatoriali specializzate in questo trasporto, con tre o quattro navi ciascuna, capaci di trasportare anche cinquecento persone a viaggio. E se il porto nel tempo migliora le sue strutture, prima con il nuovo Ponte Federico Guglielmo, poi con la prima stazione marittima, i progetti in città per asili e ricovero delle persone in attesa dell'imbarco non vedranno la luce se non in epoca fascista, quando ormai avevano perso gran parte della loro importanza.
GENOVA PRIMO PORTO DELL'EMIGRAZIONE FINO AL 1901

Tra il 1876 e il 1901, dunque, Genova è il primo porto italiano dell'emigrazione. Vi transitano e s'imbarcano 1.922.968 persone, il 61% del totale nazionale di quegli anni. La crescita del fenomeno si sviluppa tra il 1867 e il 1876, con oltre 20000 partenze all'anno, quattro volte superiori ai sei anni precedenti. Ma la grande ondata migratoria attraversa soprattutto gli anni ottanta del diciannovesimo secolo: oltre 45mila imbarchi annui tra il 1881 e il 1885, che raddoppiano, toccando quasi le centomila (99287 di media) nel quinquennio successivo e "sfondano" questo tetto dal 1891 al 1895 con 106158 imbarchi all'anno, che scenderanno tra 1896 e 1901 a 95792 di media annua. Anche la percentuale di traffico per il porto di Genova cala, dal 61 al 54% all'inizio del secolo nuovo e poi Napoli lo supererà ampiamente, più vicina alle regioni del Sud da cui provengono le masse più numerose di emigranti che la miseria spingeva oltre oceano. Un'altra ragione decisiva del calo degli imbarchi a Genova è il prevalere dagli anni novanta dell'ottocento, della meta statunitense, per cui erano specializzate le linee che facevano capo a Napoli, rispetto all'America Meridionale, per cui Genova era lo scalo italiano. Nonostante ciò Genova resterà, per un altro quarto di secolo "al centro del ciclone migratorio" con un numero di persone imbarcate ogni anno pari a una percentuale tra il 15 e il 25% dei suoi residenti.
Laura