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Alias+nome al femminile

Inviato: domenica 26 marzo 2017, 19:53
da filigio
Buongiorno a tutti vorrei avere il vostro aiuto al riguardo della parola "alias," più precisamente quando essa è preceduta da un nome maschile e seguita da uno femminile. Nel mio caso è: FRANCESCO MARIA ALIAS FILIPPETTA. Poi, continuando nelle ricerche, per conto di altre persone, ho trovato un altro caso: FRANCESCO ALIAS TEODORA al che mi fa supporre che questo modo di scrivere non sia casuale, ma che abbia un significato ben preciso o che comunque voglia dire qualcosa, il problema è che non riesco ad immaginare cosa. Tra l'altro, nel caso Filippetta esso è diventato pure cognome: "Filippetti."Un grazie anticipato a tutti coloro che proveranno a risolvere questo mio mistero.

Inviato: domenica 26 marzo 2017, 22:03
da Luca.p
Nel primo caso ti sei risposto/a praticamente da solo/a: alias indicava il soprannome con il quale era conosciuta una persona o a volte un'intera famiglia e capitava non di rado che il soprannome diventasse poi il vero cognome perché era la forma con la quale tutti conoscevano quella determinata persona o famiglia e quello era il modo con il quale il parroco indicava questi individui nelle registrazioni parrocchiali (battesimi, matrimoni e morti) magari inizialmente proprio riportando queste forme con l'annotazione di "alias" ma poi, con il consolidarsi di quelle forme nel corso del tempo l'alias veniva omesso e il soprannome restava a mo' di cognome.

Inviato: mercoledì 29 marzo 2017, 10:36
da filigio
Ok per la spiegazione dell' "alias," ma nel mio post chiedevo soprattutto se qualcuno è a conoscenza di un qualche motivo per cui ad una persona di sesso maschile viene attribuito un soprannome al femminile. Poiché questo fatto mi è capitato di vederlo più volte mi viene da pensare che ci si potrebbe ricavare qualche informazione aggiuntiva sull'antenato (es: figlio di ragazza madre, idea assurda vista l'epoca ed il numero degli esposti, però rende l'idea di quello che voglio dire. Spero di essermi spiegato). Grazie

Inviato: mercoledì 29 marzo 2017, 11:20
da aquilegia2011
Ciao, io posso solo citarti la mia esperienza, quindi non si tratta certo di un principio generale: ad Agnone (oggi in provincia di Isernia), luogo d'origine dei miei avi, i cognomi si sono "stabilizzati" nella seconda metà del 1600. In precedenza gli individui a volte erano indicati negli atti con il cognome della madre, spesso declinato al femminile. Un alias che può essere il nome/cognome della madre è quindi un 'ipotesi forse ardita, ma da non scartare completamente. Cito anche un altro caso, antecedente: il capostipite della famiglia Apollonio, di origine istriana, ma con un ramo trasferitosi ad Agnone, si chiamava Polonius de Qualica, e Qualica era la madre (quaglietta).

Inviato: mercoledì 29 marzo 2017, 20:06
da filigio
Purtroppo in entrambi i casi citati nel post iniziale la ricerca termina con l'individuo "detentore" dell'alias, quindi non potendo acquisire i suoi antenati non posso nemmeno capire se quel soprannome derivi dal nome proprio di una madre, di una nonna o, comunque, di una figura femminile importante per quella famiglia. Il fatto è che in mio cognome (Filippetti) deriva da questo evento, sono ad un passo per scriverne l'origine ma non posso perché non so chi sia questa ipotetica "Filippa" o "Filippetta." Ecco spiegato il motivo di questa mia richiesta. Resto in attesa di altri interventi che magari mi illuminino. Grazie a tutti.

Inviato: mercoledì 29 marzo 2017, 22:20
da Luca.p
Interrotte perché? Non ci sono più i registri dei battesimi?
Prova con gli Stati delle Anime, vedi se ci sono gli acta matrimonialia, cerca nei notarili, prova nei catasti antichi, nelle riformanze del Comune, insomma prima di arrenderti provale tutte.

Inviato: giovedì 30 marzo 2017, 8:49
da filigio
La "sfortuna" sta nel fatto che in questa chiesa, vuoi per aver subito varie "visite notturne," vuoi che le cose più vecchie (e stiamo parlando dalla fine del 1600 e indietro) sono state trascurate e spesso riutilizzate dai parroci successivi, mancano una buona quantità di libri antichi. Mettiamoci poi che, per la lontananza di un notaio il parroco poteva farne le veci, anche tutto il materiale notarile (compravendite, contratti matrimoniali e testamenti) ha subito la stessa sorte. Il catasto è un aspetto che non ho considerato e non so (ma non credo) se facesse parte della dotazione di quella chiesa. Ecco una buona idea! Grazie mille e se ce ne fossero altre benvengano...

Inviato: giovedì 30 marzo 2017, 9:43
da Luca.p
Sui notai ti sbagli. Quando il Parroco faceva le funzioni di notaio, affinché il documento potesse avere valore doveva portarne copia in cancelleria per la registrazione, quindi all'archivio notarile ci sono sicuramente atti rogati nel tuo paese. Stesso discorso per gli acta matrimonialia che, se conservati, non sono in parrocchia ma in archivio diocesano, come spesso avviene anche per le copie degli Stati delle Anime. I catasti poi non c'entrano niente con la parrocchia.

Inviato: giovedì 30 marzo 2017, 9:45
da Luca.p
E poi c'è il fondo del tribunale ecclesiastico, che non è da escludere a priori visto che sotto processo ci si poteva finire per un'infinità di motivi.

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 8:58
da filigio
Sul tribunale ho già guardato, ed è stata una soddisfazione immensa, ho ritrovato una vicenda che mi ha permesso di scoprire anche la personalità di un mio quadrisavolo vissuto ai primi del 1800. La visita al tribunale è una cosa che consiglio a tutti spassionatamente perché se si ha la fortuna di trovarci qualcosa si fanno delle scoperte eccezionali. Sui notai non lo sapevo, ecco una nuova possibilità... Grazie.

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 10:48
da giulio76
ciao sono incuriosito dalla questione del "tribunale" qualcuno può spiegarmi un po meglio che magari potrebbe essermi utile per alcuni rami dove sono arenato tipo uno dove sono arrivato negli anni tra il 1500 ma in parrocchia non ce piu nulla e con i notai non riesco ancora a capire chi in quel periodo lo facesse in quel paese e quindi il tribunale può tornarmi utile.